Mimica facciale: cos’è e quali sono le espressioni del viso
La mimica facciale rientra in quella parte della cinesica che riguarda il modo in cui si altera il volto delle persone. Con le espressioni del volto, gli esseri umani lasciano trasparire anche il loro pensiero e le loro emozioni, in quanto la mimica è difficilmente controllabile spontaneamente.
Il primissimo studioso che ha analizzato il valore emotivo delle espressioni facciali è stato Charles Darwin, ideatore della teoria dell’evoluzione.
Secondo Darwin, molte emozioni sarebbero state selezionate per ragioni di adattamento all’ambiente, cioè servissero a comunicare qualcosa agli altri membri della stessa specie.
In tempi più recenti, il tema è stato approfondito e sviluppato dallo psicologo americano Paul Ekman, che ha elaborato un modello scientifico per la loro interpretazione.
Ma come fare a leggere le espressioni del viso, quali sono e in cosa si differenziano? Scopriamolo nei prossimi paragrafi della nostra guida.
Quello che devi sapere sulle espressioni facciali
La mimica facciale è fondamentale sia a livello personale che a livello sociale. Secondo Ekman, esistono sei emozioni universali che presentano gli stessi movimenti facciali in ogni persona, di ogni popolo e cultura. Vediamo insieme quali sono nei prossimi paragrafi.
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Faccia sorpresa
Iniziamo a parlare di mimica facciale e linguaggio del corpo introducendo l’espressione della sorpresa. La sorpresa scatta all’improvviso ed è molto breve.
Nella mimica della sorpresa:
- Le sopracciglia sono incurvate e rialzate;
- Il sollevamento delle sopracciglia produce lunghe rughe orizzontali sulla fronte;
- Gli occhi sono sgranati;
- La mascella si abbassa e labbra e denti si dischiudono.
Faccia spaventata
L’espressione della paura si verifica quando si teme di subire un danno, fisico o psicologico.
Nella mimica della paura:
- Le sopracciglia si sollevano e si riavvicinano;
- Gli occhi sono molto aperti;
- La bocca è aperta e le labbra sono leggermente tese o stirate all’indietro.
L’intensità della paura varia da una leggera inquietudine al terrore, e la variazione si può riscontrare nella mimica facciale; in particolare l’intensità viene notata negli occhi, e ancora di più nella bocca.
Faccia disgustata
Il disgusto indica un senso di repulsione provocato dal sapore, dall’odore o dalla vista di qualcosa di sgradevole.
Nella mimica del disgusto:
- Il labbro superiore è sollevato;
- Il labbro inferiore è sollevato e premuto contro il labbro superiore, oppure abbassato o lievemente protruso;
- Il naso si arriccia e le guance sono sollevate.
Simile al disgusto c’è il disprezzo, che si può provare, a differenza del disgusto, soltanto verso persone e azioni ad esse collegate.
Nella mimica del disprezzo gli angoli della bocca sono contratti e appena sollevati e le labbra sono serrate.
Faccia arrabbiata
La faccia arrabbiata si verifica quando proviamo sensazioni di sdegno nei confronti di qualcuno.
Nella mimica della rabbia:
- Le sopracciglia sono abbassate e ravvicinate e tra loro si vedono rughe verticali;
- Lo sguardo è fisso e gli occhi possono apparire sporgenti;
- Le labbra possono assumere 2 posizioni base: fortemente serrate, con gli angoli diritti o abbassati oppure aperte, tese, con un contorno squadrato come nel grido.
Faccia felice
L’espressione felice è la più ambita e desiderata. In tal caso, la mimica facciale ha queste caratteristiche:
- La bocca può essere chiusa o aperta, i denti coperti o scoperti;
- Le guance sono sollevate;
- Negli angoli esterni degli occhi compaiono “zampe di gallina”.
Faccia triste
La tristezza può essere causata da diversi episodi, dalla morte all’abbandono di una persona amata oppure dalla perdita di un’opportunità o dello stato di salute.
In questo caso la mimica facciale presenta queste caratteristiche peculiari:
- Gli angoli interni delle sopracciglia sono sollevati;
- La pelle scoperta sotto il sopracciglio forma un triangolo con l’angolo interno in su;
- L’angolo interno delle palpebre superiori è sollevato;
- Gli angoli della bocca sono piegati in giù o le labbra tremano.
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