Intervista a Mirko, studente Unicusano vincitore di X-Culture.

Cos’è X-Culture? È un progetto, nato nel 2010, dal Dr. Vas Taras che pensò bene di collaborare con un professore di un altro paese per preparare un corso di Business International e di far si che gli studenti dei due Paesi lavorassero in team virtuali internazionali su un progetto a lungo termine. Durante la prima stagione di X-Culture hanno partecipato università provenienti da 7 paesi diversi per un totale di 400 studenti. Ad oggi (2015) sono quasi 4.000 gli studenti di master e corsi di laurea provenienti da oltre 100 università in 40 paesi in 6 continenti che partecipano ad X-Culture in un determinato semestre. Negli anni, la cooperazione con partner aziendali ha reso il progetto più pratico.

Ma quali sono i benefici che derivano da questa esperienza internazionale?

  • Ampliare il proprio curriculum con skill di consulenza, lavoro di squadra, problem solving.
  • Fare rete con studenti, professionisti e titolari di aziende.
  • Ottenere benefit: fino a $ 2.000 in denaro per il vincitore del concorso; altri premi in denaro concessi dai clienti, la commissione post-mercato per le soluzioni che si traducono in contratti (in genere il 15% del valore del contratto), oltre a prospettive di un contratto a tempo indeterminato o di lavoro con l’azienda cliente.

Ma scopriamo come funziona attraverso Mirko Franceschetti, studente del corso di Laurea Magistrale in Scienze Economiche presso l’Università Niccolò Cusano.

Ciao Mirko, come sei venuto a conoscenza del progetto X-Culture?

Sono stato coinvolto in X-Culture grazie al Prof. Mario Risso, che durante il suo corso di marketing ci ha presentato il progetto, invitando e incitando noi studenti a partecipare.

Partecipare a X-Culture vuol dire collaborare con studenti di altri Paesi. Che rapporto hai instaurato con i componenti del tuo team?

Devo dire che tra noi si è subito instaurato un clima di collaborazione. Ci siamo immediatamente presentati tramite Facebook e Skype, raccontando un pò di noi, dei nostri studi e dei nostri hobby, ovviamente comunicando in inglese. Questo primo step è stato fondamentale per unificare il gruppo e cominciare a sviluppare insieme il progetto.

Raccontaci in breve la tua esperienza a X-Culture.

 Il progetto è durato circa due mesi. Dopo aver sostenuto un test di lingua inglese, obbligatorio per partecipare, sono stato assegnato al team con cui ho poi svolto il progetto. Il nostro compito è stato quello di sviluppare un business plan per una società emergente da scegliere insieme. La nostra scelta è ricaduta su Selfo, una start-up Belga nel campo della ristorazione. Il progetto era suddiviso in consegne settimanali chiamate milestones. Per svolgere al meglio ogni milestone, abbiamo deciso di suddividere il programma in base alle nostre competenze, esponendo i nostri lavori agli altri membri prima di ogni consegna. In questo modo, nonostante il lavoro individuale, abbiamo avuto modo di confrontarci e migliorare insieme le nostre proposte. Il risultato finale è stato quello di un business plan creato grazie all’apporto di ogni singola personale e alla cooperazione di tutti.

Cosa hai provato quando ti hanno comunicato di essere tra i vincitori di X-Culture con il tuo team?

È stata una grandissima soddisfazione. Partecipare ha significato prima di tutto mettermi in gioco: comunicare in inglese con persone provenienti da paesi e culture diverse dalla mia, organizzarci con orari e scadenze precise per via della distanza e non per ultimo gestire il tempo da dedicare al progetto anche in base ai miei esami universitari.

Consiglieresti ad altri studenti come te di partecipare? Perché?

Assolutamente sì. X-Culture mi ha dato soprattutto l’opportunità di mettere in pratica ciò che ho studiato durante gli anni universitari, confrontando la mia preparazione con quella dei membri del mio team.

Infine, che progetti hai per il futuro?

Vorrei concludere il mio percorso di studi entro la fine del 2016, preparando una tesi di ricerca all’estero grazie al progetto Erasmus+.

Se X-Culture è stato un buon trampolino di lancio, noi ti auguriamo il meglio per il futuro. In bocca al lupo, Mirko! 🙂

 


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